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Rassegna stampa # Un anno nato vecchio

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(foto di carola pagani)
(foto di carola pagani)

Cari lettori, avete già spalancato le porte al nuovo anno? Avete letto l’oroscopo? Vi siete preparati alla svolta che nel giro di breve tempo arriverà a rimescolare le vostre vite? “L’avvento del nuovo anno è quel devastante momento in cui ai problemi dell’anno precedente si aggiungono i problemi da risolvere nel nuovo anno e infine l’inquietudine per i problemi che s’accumulano e non si risolvono”. La linea editoriale dei grandi giornali della metropoli sembra essere racchiusa in queste due righe scritte da Mark Twain nell’introvabile Senza infamia e senza lode, 1879.

Il nuovo anno è già partito vecchio. La politica cittadina del nuovo anno è già partita con polemiche assai vecchie che lasciano intender quel che verrà. Sostanzialmente quel che ci accompagna da sempre. Ovviamente, non avrebbe potuto essere diversamente. (orazio abbamonte, il roma, 4 gennaio).

«Voglio almeno un parco in ogni quartiere. E poi penso a un grande piano complessivo per il rilancio delle periferie, di circa 2,5 miliardi, che cambi il volto di territori dimenticati e offesi da troppi anni». Scusi, ma con quali risorse? (gerardo ausiello intervista lettieri, il mattino, 2 gennaio).

Da oggi i saldi, a Napoli ogni famiglia spenderà trecentoquindici euro. (corriere del mezzogiorno, 2 gennaio).

Bisogna farsi trovare pronti, la prima mossa è tracciare un bilancio dell’anno appena trascorso.

«Un anno passato inutilmente». (antonino borghi del club dei revisori, italia oggi, 8 gennaio).

Avere il coraggio di cambiare richiede autoanalisi: bisogna guardarsi allo specchio e porsi alcune fatidiche domande.

Vale più amarsi o amare? Per piacere bisogna essere amabile anche a costo di risultare goffa? Mettersi in gioco è un gioco? Lei chi si sente di essere? (intervista a linda airoldi, il roma, 7 gennaio).

Ristabilire le proprie certezze, individuare qualcuno a cui aggrapparsi quando il tifone inizierà a scuotere le coscienze. Il cielo di carta si è strappato, è vero. Napoli ha perso più d’una guida in questo 2015. E il 2016 non promette nulla di buono.

Piangete, quanti siete disposti all’amore per gli animali. È morto un piccione di Bagnoli, uno dei tanti che infestano i tetti e le vie del quartiere, imbrattando balconi e finestre e bucati stesi a sciorinare, resi grassi e lenti al volo, come polli di batteria, dal continuo, avido pizzuliare il troppo cibo procurato loro da premurose signore, forse non altrettanto caritatevoli nei confronti di quanti, in numero crescente oggigiorno fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni e dalla fame. L’ho scorto una mattina, nel tratto tra la Rotonda e piazza Bagnoli, esposto allo sguardo distratto dei passanti e disgustato dei bambini diretti a scuola. Lì ancora giace, solo il corpicino. Sventurato piccioncino! (vito frallicciardi, la posta dei lettori di repubblica napoli, 5 gennaio).

«L’orso dello zoo di Napoli, conosciuto da sempre come l’orso Peppe, è morto». A darne notizia il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, e Patrizia Cipullo, animalista, che ha seguito personalmente gli ultimi giorni di vita dell’orso che, a ottobre, era stato operato di ernia al disco in un’operazione unica in Italia e seconda al mondo. (cronache di napoli, 8 gennaio).

In assenza di nuove certezze, non resta che rispolverare le opere che ci formarono e celebrare i vecchi maestri scomparsi.

Tributo a piazza Fuga al Vomero. “Je so’ pazz'”, show dei malati di mente. (metropolis, 5 gennaio).

Allora può essere utile schiarirsi le idee passeggiando. Ma non guardate il mare, ché vi vengono i pensieri.

In uno di questi giorni di festa mi capita di fare un lungo giro in macchina di mattina presto. Non c’è quasi nessuno in giro, c’è il sole, mi godo la città. Costeggio Bagnoli, il centro storico, il porto fino a Ponticelli. Rifletto sul fatto che pochi posti del mondo possono alternare scorci così straordinari a spazi altrettanto degradati. Bagnoli è un luogo fantasma, circondato da un muro che ricorda quello che un tempo divideva Berlino in due zone. Stessa spettralità, stessa tristezza. Eppure dall’altra parte c’è una baia straordinaria che potrebbe riempire il paesaggio. Rifletto su quante cose si potrebbero fare: un grande parco, una marina con negozi e ristoranti, alberghi con strutture congressuali e servizi per una clientela raffinata e internazionale. (ernesto albanese, il mattino, 5 gennaio).

Solo in ultima istanza si deve sperare in un cambiamento che arrivi dall’alto. Se siete indecisi per le prossime amministrative, leggete i giornali.

A parte essere contro de Magistris, cosa fa di lei un possibile modello per un centrodestra? «Non so se sono un modello. So invece di avere un progetto inclusivo, aperto a chiunque abbia a cuore Napoli». (fulvio bufi intervista gianni lettieri, corriere della sera, 4 gennaio).

«De Magistris sembra Felice Caccamo. Parla dell’amministrazione di Napoli come se fosse un’amministrazione modello, ma allora come mai Napoli è al 107° posto nella classifica per vivibilità legata all’ambiente?». Lo sostiene Gianni Lettieri, imprenditore e candidato sindaco a Napoli in un intervento a Radio Cusano Campus. (metropolis, 6 gennaio).

È inevitabile. A un certo punto, l’occhio cade sulle scarpe. Che non sono qualunque dal momento che a indossarle è Ferruccio Ferragamo, al timone di un impero fondato dal padre Salvatore, il calzolaio dei sogni e delle dive. «Sono comode, sa. Le scarpe devono essere anzitutto confortevoli», si affretta a commentare. (piera anna frannini, il giornale, 4 gennaio).

Niente fretta. La campagna elettorale vive momenti ben precisi, l’attualità diventa propaganda e la propaganda resta lettera morta. È il ciclo vitale di quest’epoca: disagio, denuncia, indignazione, dibattito, propaganda. Insicurezza.

Se avete visto il video pubblicato sull’edizione on-line del Corriere del Mezzogiorno, quello della gang di dodicenni che fa a pezzi l’albero di Natale in Galleria per puro vandalismo, riguardatelo. E poi riguardatelo ancora, con attenzione. Perché lì dentro ci sono, come in un caleidoscopio, tutti i guai di Napoli. (antonio polito, corriere del mezzogiorno, 8 gennaio).

A Napoli serve l’Esercito (marco demarco, corriere del mezzogiorno, 6 gennaio).

Bassolino: città in guerra. Lettieri: videosorveglianza. (repubblica napoli, 6 gennaio).

La Befana si festeggia in piazza, con calze piene di dolci per i più piccoli che ieri, novità di quest’anno, hanno avuto anche la possibilità, elmetto rosso in testa, di spegnere l’incendio d’entusiasmo acceso a “Pompieropoli”. Un campo dimostrativo delle attività dell’associazione nazionale dei vigili del fuoco è stato allestito in piazza Plebiscito. A donare dolciumi, i pompieri del comando provinciale di Napoli. La fanfara ha aperto alle 11 le golose celebrazioni e a seguire, fino alle 13, con performance dal vivo, giochi e sorprese, ha festeggiato l’arrivo della vecchina più amata al mondo. Un arrivo annunciato da una pioggia di dolcetti per la gioia dei bambini. Sono stati proprio loro i protagonisti della giornata. Dopo lo spegnimento del fuoco, i piccoli pompieri hanno dovuto superare tante prove per “imparare la sicurezza” divertendosi, e alla fine dolci premi per tutti. (sf, cronache di napoli, 7 gennaio).

Era stata rubata una Fiat Uno. L’auto era dotata di sistema di antifurto di rintraccio satellitare e questo ha permesso alla sala operativa di segnalare che la vettura si trovava in via Cupa Capodichino. Immediatamente una volante del commissariato Scampia si è messa sulle tracce dell’autoveicolo rubato. Ne è nato un inseguimento, che si è concluso dopo poche centinaia di metri. Il conducente della Fiat Uno non ha potuto fare altro che fermarsi. A quel punto i poliziotti gli hanno intimato di scendere dal veicolo “senza fare scherzi”. Al volante dell’auto c’era il quarantacinquenne Tipaldi, che è stato arrestato con l’accusa di furto di autoveicolo. (marco maffongelli, cronache di napoli, 5 gennaio).

a cura di palanza

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